Soluzioni creative per la natura.
Come spesso emerso dall’esperienza personale, l’impossibilità di reperire presso Enti locali materiale vegetale idoneo rappresenta un fattore decisamente limitante non solo in fase esecutiva, ma anche in fase progettuale, rendendo improponibili interventi adeguati sotto il profilo scientifico. L’idea di creare un’area all’interno del sito estrattivo in cui possa nel tempo essere mantenuto il materiale vegetale per il futuro ripristino ambientale è pertanto scaturita da questa doppia necessità.
Il progetto prevede quindi una fase iniziale sperimentale e di ricerca che sarà seguita e sostenuta dall’Università di Siena (Botanici del Settore Biodiversità) che sarà necessaria per validare e certificare l’appartenenza delle essenze al genotipo locale, e per individuare le modalità di coltivazione più idonee all’attecchimento in situ. Si avrà quindi una fase di conservazione ex situ delle essenze vegetali, necessaria per garantirne la sopravvivenza fino alla fase di impianto successiva, che verrà effettuata in aree dedicate all’interno del sito estrattivo (il “vivaio” in cava) dove potranno permanere fino al definitivo utilizzo per il ripristino ambientale.
Il progetto si pone pertanto come prima fase sperimentale che potrà poi essere replicata anche in altri bacini estrattivi, garantendo il valore scientifico necessario agli interventi di riqualificazione all’interno dell’area protetta.